Dove si sta in 338 si sta anche in 537
Il Garante dei detenuti di Verona ha presentato in Consiglio comunale la sua relazione annuale. Nonostante qualche spiraglio di speranza, la situazione è critica.
Sasso d’Adige n.83
«Il 2023 si è chiuso con la presenza a Motorio di 537 persone. Nel 2022 erano 530, nel 2021 invece 482. L’incremento costante di persone va naturalmente a gravare sul numero sempre più in esubero rispetto ai 338 posti disponibili della struttura. La tendenza al sovraffollamento è un fenomeno nazionale con una progressione preoccupante rispetto agli anni precedenti».
Riprendiamo il tema di Sasso d’Adige n.81 (“Capire da fuori come si sta dentro è difficile”), ovvero la situazione della casa circondariale di Verona-Montorio.
Le parole di apertura sono di don Carlo Vinco, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale (anche detto “Garante dei detenuti”) del Comune di Verona.
Fanno parte della sua relazione annuale durante la seduta del Consiglio comunale dello scorso 29 febbraio. È la relazione sul 2023, per cui i dati citati sono al 31 dicembre, ma il numero di detenuti al 28 febbraio era ancora maggiore, addirittura 584. E nel frattempo non è che il carcere sia stato ampliato.
Già il sovraffollamento dovrebbe dare un’idea di base per i motivi del disagio, ma possiamo anche aggiungere che gli agenti di polizia penitenziaria effettivi sono 312 a fronte di 380 previsti (lo dice il sito del Ministero della Giustizia).
“Capire da fuori come si sta dentro è difficile” era il titolo del Sasso n.81 e “Nel carcere di Montorio le cose non vanno troppo bene” quello del paragrafo dedicato al tema in Sasso n.59, uscito quasi un anno fa.
Le cose vanno anche peggio, ma c’è qualche spiraglio di speranza che emerge dalle parole di don Vinco.
Le cose vanno male perché nel 2023 a Montorio si sono registrati 5 decessi, di cui tre suicidi e uno per abuso di farmaci che non è chiaro se fosse intenzionale o meno.
All’inizio del 2024 ci sono stati altri due suicidi, che hanno portato il tema a livello nazionale vista la sequenza di cinque persone che si sono tolte la vita in pochi mesi.
Ovviamente il problema non è solo veronese, il sovraffollamento delle carceri e il disagio delle persone detenute è valido un po’ in tutta Italia.
Il problema è anche più tridimensionale di quanto possa sembrare. Sono in aumento le difficoltà psichiatriche delle persone detenute: e la situazione di detenzione non fa che acuirle, se non causarle. Don Vinco segnala anche la carenza di sostegno psichiatrico e psicologico.
Quando lo psichiatra del carcere è stato a casa in malattia – per una banale influenza – non si è riusciti a trovare un sostituto.
Ci sono però anche diverse novità, dice il Garante nella sua relazione.
C’è una nuova direttrice, Francesca Gioieni, un nuovo comandante della Polizia Penitenziaria e un nuovo cappellano («ha un ruolo significativo per detenuti e famiglie» sottolinea don Vinco).
Queste novità nelle persone chiave del carcere di Montorio sembrano dare fiducia al Garante per cambiamenti in senso positivo.
Fra gli altri spiragli di ottimismo, c’è la riapertura della “sezione sesta”, dedicata ai nuovi detenuti, che – secondo don Vinco – è importante per garantire un periodo di “ambientamento” a chi si trova ad avere a che fare con il carcere per la prima volta.
Don Vinco si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa, criticando l’enorme pressione mediatica sul carcere nei giorni dell’arresto di Filippo Turetta con polemiche strumentali come quella della PlayStation.
Le PlayStation, a Montorio, le aveva portate proprio don Vinco per l’infermeria e la sezione psichiatrica. E una delle due venne tra l’altro danneggiata quasi subito da un detenuto con problemi psichiatrici.
Su Turetta, poi, ha parlato anche della «tolleranza» degli altri detenuti, scalfendo l’immagine del carcere un po’ troppo “da film” che forse abbiamo.
Il Garante ha anche risposto alle critiche per «eccessivo silenzio», soprattutto in merito ai casi di suicidio, rivendicando di agire sempre «con riserbo e rispetto della privacy».
Nella relazione in Consiglio Comunale don Vinco ha parlato anche delle opportunità di lavoro (poche) di formazione e sportive che si cerca di sviluppare.
Il Garante ha anche visitato recentemente le celle della Questura e del Comando provinciale del Carabinieri. Queste ultime sono state definite «ottime, con servizi idonei e videosorveglianza», mentre quelle della Questura «brutte e degradate», ma ci sarebbe un progetto di revisione.
Il video del suo intervento è a questo link.
Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet, tutti i giorni dalle 10 alle 24.Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.
Ne abbiamo parlato anche al Festival del Giornalismo
Don Carlo Vinco è stato fra gli ospiti della giornata di anteprima del Festival del Giornalismo di Verona 2024, una serie di incontri dal titolo “Fra le sbarre, una giornata dedicata a chi le carceri le vive, le anima, le racconta”.
Di seguito invece l’incontro con Stefania Zivelonghi, assessora alla Sicurezza del Comune di Verona, e Paolo Mastropasqua, presidente della Camera Penale di Verona, che ho avuto il piacere di moderare.
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