Perché esiste Sasso d'Adige
Sono passati quattro mesi dall'inizio di questa newsletter. Con la presente puntata speciale mettiamo un punto e andiamo a capo. (Parliamo anche di Tosi, tranquilli).
Mi sembra che vada di moda dividere newsletter e podcast in “stagioni”, come si fa con le serie tv. Allora possiamo dire che con il numero di oggi, il 28, finisce la prima stagione di Sasso d’Adige. Per la seconda «ci rivediamo a settembre», come si dice.
Siccome settembre inizia la prossima settimana, fra la prima e la seconda stagione di Sasso d’Adige non sono previste pause. Il paradiso del binge-watcher.
Ma bando alle ciance. Vediamo un paio di punti sul perché esiste questa newsletter, e quindi anche perché dovreste continuare a seguirla e farla conoscere (già lo fate, grazie!).
Poi diamo uno sguardo alle liste delle elezioni politiche e chiudiamo dicendo che sulle amministrative il coordinatore del partito di Vittorio Sgarbi, gufando, ha avuto ragione.
Se i pipponi filologici non vi interessano, saltate giù fino alla foto di Silvio e Flavio. (Quel Silvio, e quel Flavio).
Fra prima e seconda stagione
Dalla campagna elettorale alla fine di agosto: mi sembra che abbia senso. La prima stagione di Sasso d’Adige ha raccontato anche le reazioni al voto e la fase estiva di assestamento della nuova amministrazione.
Da settembre il periodo di rodaggio per Tommasi e co. non sarà più una scusa, si fa sul serio. Anche il progetto Sasso d’Adige farà un piccolo passo in avanti, con la nuova stagione.
La cadenza rimane settimanale, il sabato, cercando di uscire con costanza al mattino presto. Così potete fare colazione con Sasso d’Adige.
«Mi piace l’odore di Sasso d’Adige al mattino».
-Tenente colonnello Kilgore

La pagina Instagram (clicca e segui) si arricchirà di contenuti paralleli ed extra rispetto alla newsletter.
Anche per quanto riguarda il podcast potrebbero esserci sorprese. “Stay tuned”, restando agli stereotipi televisivi. Era stato inaugurato durante la campagna per il ballottaggio, con due interviste a giovani rappresentanti dei due schieramenti. (Qui).
Per Tik Tok ci stiamo attrezzando. (Il fatto è che ogni volta che apro l’app poi mi ritrovo per delle mezzore a guardare gente che cucina con ingredienti che non so manco cosa siano, un tizio che testa quanto facciano ruttare le acque frizzanti e camionisti che spiegano le differenze fra lo Scania, l’Iveco e il Mercedes. E il massimo che abbia guidato in vita mia è un Ducato).
Segui @sassodadige su Instagram. Lo seguono anche tutti i calzolai di Tik Tok.
Filologia di Sasso d’Adige
L’autoincensamento in una puntata come questa è sempre dietro l’angolo. Vade retro. Mi sembrava però giusto fare il punto insieme a voi, nel momento in cui Sasso d’Adige, nata senza pretese e senza obiettivi particolari a lungo termine, decide di continuare la sua strada.
In questi quattro mesi sono cambiate diverse cose, sia nella politica veronese, sia nell’evoluzione di questo progetto.
Un motivo chiaro, fin dall’inizio, è stato il tentativo di colmare un vuoto informativo e di dibattito politico-sociale fra i gggiovani. Giornali e telegiornali sono perlopiù materiale fatto da over-cinquantenni per over-cinquantenni.
Sempre più persone si informano soprattutto direttamente sui social, dove però le storture sono note e manca una copertura sui temi locali, a parte le propaggini social dei giornali tradizionali o web.
Non voglio farne una battaglia generazionale, né una critica alla deriva di un certo giornalismo, sia chiaro.
Non esiste mondo fuori dalle email di Sasso d’Adige,
ma solo purgatorio, tormento, inferno.
Chi è bandito da qui è bandito dal mondo,
e l'esilio dal mondo è la morte.W. Shakespeare, “Romeo e Giulietta” (2022 ca.)
Il bello di Sasso d’Adige
L’aspetto che più di tutti mi ha gratificato in questi mesi è stata la vostra partecipazione. Al di là dei numeri, sono molto contento di aver stimolato risposte, reazioni – sia in privato, sia fra i commenti social – e soprattutto il contributo dei lettori di Sasso d’Adige.
Un tipo di “user generated content” molto costruttivo. Spontaneamente, più di qualcuno mi ha segnalato temi e spunti, altri mi hanno pure confezionato dei grafici.
Quindi: qualsiasi idea o proposta è molto gradita. Non siate timidi.
È lui o non è lui? Ma certo che è lui!
Sono arrivate le liste per le elezioni nazionali del 25 settembre. A commento della foto qui sopra basterà una citazione dal Sasso d’Adige n. 22.
Appurata l’impossibilità di tornare a fare il sindaco, Flavio Tosi ha deciso di cadere in piedi. Ha preso la tessera di Forza Italia, ne è diventato il principale esponente veronese, se non veneto, e sta già rilasciando interviste e diffondendo dichiarazioni che guardano alle prossime elezioni politiche.
Chissà. Come suona “onorevole Tosi”?
Cvd. Flavio Tosi conquista il posto da capolista di Forza Italia alla Camera nel plurinominale di Verona. Fuori dai giochi il senatore Massimo Ferro, che non è l’unica vittima eccellente del taglio dei parlamentari.
Nella Lega posti blindati per Lorenzo Fontana (ex vicesindaco di Verona, una delle persone più vicine a Salvini) e Paolo Tosato. Buona posizione per Lara Fadini (vicesindaca di Cerea), e a seguire Roberto Turri e Vania Valbusa. Out invece Paolo Paternoster, Cristiano Zuliani e Vito Comencini. Nessuno spazio in lista pure per l’ex assessore e commissario locale Nicolò Zavarise.
(Zaia ha messo bene in chiaro che lui con le liste non c’entra nulla, che «non sono passate per il direttorio regionale». E ha aggiunto che se ne parlerà dopo il voto. Il malumore nella Liga veneta serpeggia. Autonomia chi?).
In Fratelli d’Italia l’uscente Ciro Maschio (coordinatore locale e vicinissimo a Meloni) e Maddalena Morgante sono quasi già a Roma. Se la gioca anche l’ex assessore, oggi consigliere di minoranza, Marco Padovani. Escluso l’ex assessore e oggi consigliere regionale Daniele Polato. A Padova invece è candidato il deus ex machina dell’extralirica areniana Gianmarco Mazzi (già direttore artistico di Sanremo e di mille altre cose molto spettacolari).
Nel Pd l’unica eletta rischia di essere Alessia Rotta nel plurinominale della Camera (l’ultima volta fu eletta in Toscana), ma un buon risultato potrebbe confermare anche Diego Zardini. Tagliato Vincenzo D’Arienzo. Gianni Dal Moro aveva già annunciato il passo indietro (quanto spontaneo?).
Mattia Fantinati, ex sottosegretario pentastellato, è capolista con Impegno civico di Di Maio. Da vedere se riuscirà a tornare in parlamento Davide Bendinelli, sindaco di Garda, per Azione-Italia Viva.
Come finirà? I sondaggi sembrano preannunciare un esito piuttosto chiaro. Fatto sta che il taglio dei parlamentari ha creato dei bei grattacapi alle segreterie dei partiti. Per non parlare del calo di rappresentatività dei territori, che va a braccetto con le liste bloccate senza preferenze.
(Si è capito come la penso sul taglio dei parlamentari?).
Diffondi Sasso d’Adige
L’inizio della seconda stagione potrebbe essere una buona occasione per invitare altri a leggere la newsletter!
Aveva ragione Umberto Carriera
Nel primo numero di Sasso d’Adige, “Gente che inaugura cose”, raccontavo quell’assurda vicenda della non-candidatura di Morgan a sostegno di Sboarina con il partito di Vittorio Sgarbi “Io Apro Rinascimento”.
Il segretario nazionale Umberto Carriera, dopo il “no grazie” dell’ex sindaco, disse: «Sboarina si è “cacato addosso” per le critiche del PD. Ora, senza il nostro appoggio, è difficile che vinca».
Col senno di poi, aveva ragione Umberto Carriera.
Saluti
Ci sentiamo sabato prossimo. Critiche e suggerimenti su questa newsletter sono sempre ben accetti. Basta rispondere alla email, oppure c’è quel bel tasto “Scrivimi” qualche paragrafo su.
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