Traforo, filobus e altre leggende veronesi
Mancano 12 giorni alle elezioni amministrative del 12 giugno e questa è “Sasso d'Adige”, la newsletter sulla campagna elettorale per Verona 2022.
Venerdì sera al Teatro Nuovo c’è stato il primo, e probabilmente ultimo, confronto a sei fra i candidati sindaco di Verona.
Segue riassunto dei passaggi cardine. Se non vi interessa saltate al capitolo più in basso.
Non è stato il classico confronto con la domanda da ripetere in serie ai candidati, ma un format vivace e ben preparato dal gruppo editoriale Athesis (L’Arena, TeleArena, RadioVerona).
Di notizie però manco l’ombra: i candidati hanno avuto la possibilità di esporre in un’occasione prestigiosa i propri cavalli di battaglia, con poco o nullo dibattito fra gli aspiranti sindaco. Qualche frecciatina l’ha spedita il direttore dell’Arena Massimo Mamoli, ma nulla da scompigliare i capelli.
Tema di partenza è stato il caro vecchio traforo, di cui avevamo parlato nel Sasso d’Adige n.3 (Il traforo delle Torricelle è come il ponte sullo Stretto di Messina).
Le posizioni sono sostanzialmente quelle già note, con Flavio Tosi che ripropone il “vecchio” progetto, quello più imponente, e Federico Sboarina la versione più leggera, su cui era possibilista anche Damiano Tommasi. Chiosa finale dell’ex calciatore: «Sono però d’accordo con Alberto Zelger quando dice che prima di farlo dobbiamo chiederci a cosa serve».
Per Anna Sautto (recap sui candidati nel Sasso n.8, “I candidati sono sei, non tre”) è da valutare l’impatto del traforo, mentre «sul filobus – dice – è mancata la concertazione con i cittadini. Al primo posto deve sempre esserci il benessere dei veronesi». Anche lei è aperta a traforo e filobus «se sono progetti validi», ma bisogna «incentivare trasporto pubblico, car sharing e piste ciclabili vere e sicure».
Zelger invece spera che il progetto filobus decada «per motivi avversi», tipo il fallimento di una delle aziende o il ritiro del finanziamento statale «perché per esempio il passaggio su via Mameli sarebbe disastroso»
Paola Barollo chiede di guardare con attenzione alle persone in difficoltà, agli ambiti del sociale, a disabili e anziani. Di anziani, visto che «presto lo diventeremo tutti, se ne parla troppo poco».
A Tommasi una domanda su sostenibilità e competenza negli enti, oltre che sulla composizione varia (a dir poco) della sua coalizione: «Nella nostra coalizione c’è convergenza sicuramente sul fatto di mettere le competenze al primo posto. Verona ultimamente ha dato prova di non farlo». (Su questo vedere il Sasso d’Adige n.7 e n.9).
Tosi ammette che non rifarebbe le scelte della sua seconda giunta, quando nominò assessori i più votati, secondo la logica del consenso, mentre «oggi bisogna affidarsi alla competenza. Su Fiera e Veronamercato noi all’epoca nominammo imprenditori».
Questione parità di genere, vista la vicenda della Fiera: secondo Zelger «è un falso problema. Il vero tema è la competenza. Le donne in gamba sono sottovalutate perché in Italia non c’è meritocrazia, e non c’è nemmeno per gli uomini». Su questo ha lateralmente dissentito Sautto, perché «una donna deve fare il triplo della fatica».
Sboarina è poi tornato sui suoi ritornelli dedicati alla grandiosità di Verona, in questo caso declinati nel super museo dell’Arena.
Tommasi ha rilanciato l’idea di un assessorato unico per turismo e cultura, e l’importanza di coinvolgere i privati in questi ambiti. Ha poi sottolineato come spesso manchino personale e professionalità adeguate per accedere ai bandi (europei e non).
Zelger qua e là ha premuto i tasti identitari della sua candidatura: oppressione green pass, libertà nel vaccinarsi, mascherine maledette, no gender, non ce l’ho con i gay, ma facciano i gay a casa loro. (Sintesi mia, chiaramente).
Barollo e Sautto hanno specificato che non hanno particolari esperienze politiche. Diciamo che in certi passaggi si è notato. Molto.
Per Tosi lo stadio nuovo si può fare, ma da un’altra parte, tipo alla Marangona. Tommasi ha specificato che il Bentegodi praticamente cade a pezzi ed è il caso di trovare una soluzione, smettendola di chiedere proroghe.
Sboarina, Tosi e Tommasi sono abbastanza d’accordo – ma anche questo era noto – sul fatto che Agsm Aim debba trovare nuove aggregazioni nell’area del Garda e verso nord (Trento e Bolzano con Dolomiti Energia e Alperia, Mantova con Tea).
Ah, una cosa. Non è che non si è parlato di giovani. Ma se ne è parlato talmente poco che non ho fatto in tempo a prendere appunti.
Il video del confronto lo si trova a questo link.
La sagra dei libri identitari, il 2 giugno
Il consigliere comunale uscente e ricandidato della Lega Andrea Bacciga detto “Barzi”, già militante di Forza Nuova in gioventù, ha organizzato per giovedì 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana (ma la data è un caso, solo una comodità logistica) “Il laboratorio del libro”. Ospite d’onore all’inaugurazione il collega avvocato (suo difensore nel caso del presunto saluto romano in aula) Roberto Bussinello, esponente di CasaPound.
Visti i presupposti, i miei cari lettori immagineranno che fra le case editrici presenti all’evento non ci sarà Feltrinelli, ma Altaforte Edizioni, Passaggio al bosco (che pubblica i discorsi del Duce, in caso qualcuno avesse nostalgia), Ferrogallico (un fumetto sul Duce! È pure in sconto!), e vabbè il mood l’abbiamo capito.
Dice Bacciga: «Ho voluto allestire questa esposizione, con momenti di discussione e ospiti dal vivo, per lanciare il messaggio che esiste una cultura non allineata, non conforme ai soliti concetti ipocriti che esprime la sinistra. Abbiamo visto che danni sta facendo il politicamente corretto: tutto si riduce a un modo di vedere univoco che non lascia spazio a idee differenti. È sempre più difficile esprimere ragionevoli dubbi e porsi quesiti fuori dai binari del pensiero unico perché in automatico parte la macchina del linciaggio mediatico».
(Mi scuso se ho fatto linciaggio mediatico su un fumetto sul Duce).

Nella Lega c’è libertà di pensiero sui pannelli fotovoltaici
Non ce l’ho con la Lega oggi, ma certe cose saltano all’occhio. Il deputato, consigliere e candidato della Lega Vito Comencini ha di recente organizzato una conferenza con il professor Franco Battaglia, «il quale ha definito il fotovoltaico e l'eolico delle “tecnologie farlocche” e per giustificare gli investimenti in queste tecnologie si sarebbe inventato “un problema che non esiste: l'emergenza del cambiamento climatico”» (vedi VeronaSera).
Il titolo dell’incontro promosso da Comencini era: “Energia, Tutela ambientale e Cambiamenti climatici, tra posizioni ideologiche e dati reali”.
Non sembra essere d’accordo un altro candidato della Lega, ex presidente di Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale), Damiano Buffo.
Per le 18.30 di oggi ha infatti organizzato un incontro pubblico dal titolo “Le comunità energetiche. Come produrre energia pulita a costo zero: il progetto di Legge regionale”. In bella vista nella grafica che pubblicizza l’evento ci sono il logo della Lega, un pannello fotovoltaico e due pale eoliche. Che per l’ospite del collega di partito Comencini sono “tecnologie farlocche”. (Il fotovoltaico e l’eolico intendo, non la Lega).
Ora, una cosa. All’incontro di Comencini c’erano lui e l’ospite a parlare. A quello di Buffo sono previsti il consigliere regionale della Lega Marco Andreoli, il sindaco Sboarina e il prescelto vicesindaco della Lega Roberto Mantovanelli (ingegnere e presidente di Acque Veronesi). Mi viene da pensare che l’idea ufficiale del partito sia quella promossa da Buffo, ma allora perché non tirano le orecchie alla propaganda avversa di Comencini?
(È una domanda retorica, ma se qualcuno volesse cimentarsi nella risposta, ben venga. Magari le orecchie, in privato, gliele hanno pure tirate).
S(c)asso d’Adige
Su Instagram (segui la pagina!) avevo promesso che avrei rivelato le mie squadre del Fantasindaco, ma questa newsletter è fin troppo lunga, rimandiamo alla prossima volta. Intanto fate la vostra.
Saluti
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