Una giunta stupefacente
La proposta del test antidroga agli amministratori mi ha fornito un ottimo titolo per questo numero della newsletter.
Il consigliere comunale e regionale di Fratelli d’Italia Daniele Polato sembra essere molto attivo in questi giorni: tornerà spesso in questa newsletter. Tanto per cominciare ci offre il titolo del Sasso d’Adige n.23, avendo proposto che tutti gli amministratori del Comune di Verona, vertici di aziende partecipate compresi, si facciano un test antidroga.
Una simile mozione era stata approvata già in epoca Sboarina a febbraio 2019 e, hanno replicato i consiglieri comunali del Pd, «come altre decine di proposte dell’allora maggioranza sboariniana, anche questa mozione è rimasta lettera morta».
Nota di merito per l’attacco del comunicato dem: «La memoria corta dei consiglieri di Fratelli d’Italia è a dir poco stupefacente».
Lol.
La giunta come se fosse una squadra di calcio
La presentazione della giunta era arrivata poco dopo l’invio del Sasso d’Adige n.22, quindi non ne avevamo parlato in quella sede.
Poi lunedì si è tenuto il primo consiglio comunale con l’elezione del presidente Stefano Vallani, del Partito Democratico, e dei vicepresidenti Veronica Atitsogbe (lista Tommasi) e Antonio Lella (lista Tosi, in quota minoranze).
Tornando alla giunta, in questo post su Instagram (follow!) trovate le facce dei dieci assessori che con il sindaco Damiano Tommasi compongono l’organo “governativo” della città.
Ma visto che Damiano Tommasi non ha mai lesinato sulle metafore calcistiche, quasi sperasse in una caricatura di Maurizio Crozza, anche la presentazione della giunta la facciamo come se fosse una squadra di calcio.
Modulo 3-4-3, perché il momento storico e il contesto che ha portato a questa elezione richiedono di non rinchiudersi in un banale 4-4-2.
Portiere
In porta Michele Bertucco, eletto nella lista civica di sinistra “In Comune per Verona” con 1112 preferenze. Già consigliere comunale e candidato sindaco nel 2017 dopo essere uscito dal Pd, è stato anche presidente di Legambiente Verona e Veneto. Le sue deleghe sono: Bilancio, Patrimonio, Lavoro, Personale. Soprattutto con il bilancio, dovrà “parare” diverse grane e distribuire le risorse senza rifugiarsi in calcio d’angolo (ok, non esageriamo con le metafore calcistiche).
Difesa
In difesa i tre assessori con le deleghe più “sociali”. In un momento di difficoltà economica, sociale e politica come questo, il loro lavoro è alla base della tenuta di della comunità.
Luisa Ceni è una delle quattro assessore esterne, presidente dell’associazione Protezione della giovane, commercialista. Ha le deleghe a Politiche sociali e abitative, Tributi e polo catastale.
Italo Sandrini, eletto nella lista civica del sindaco con 228 preferenze, è stato presidente provinciale delle Acli, mentre oggi è nel consiglio nazionale. Ha le deleghe a Terzo Settore, Attività produttive e commercio, Relazioni con il territorio.
Elisa La Paglia, già consigliera comunale del Partito Democratico, è stata la seconda più votata nella lista – dopo il recordman Benini – con 1032 preferenze. A lei le deleghe a Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità.
Una delle prime critiche della minoranza sboariniana (per la precisione arrivata dai consiglieri comunali Marco Padovani di FdI, Nicolò Zavarise della Lega e Rosario Russo di Battiti) è stata la decisione di aver separato le deleghe a Politiche sociali e Terzo settore.
Centrocampo
Ovviamente a centrocampo con la fascia da capitano e il numero 17 c’è Damiano Tommasi, che ha tenuto per sé Sport, Famiglia, Partecipate e le altre materie al momento non assegnate.
Al suo fianco la vicesindaca e sorpresa del calciomercato (il suo nome non era circolato prima dell’annuncio), Barbara Bissoli. Presidente dell’Ordine degli avvocati – ora dimissionaria – ha le importanti deleghe a Pianificazione territoriale, Urbanistica, Beni culturali e paesaggio, Parità di genere, Affari generali.
Anche su di lei la minoranza di cui sopra non ha risparmiato accuse, tirando in ballo i suoi legami professionali con Fondazione Cariverona, e quindi mettendo in dubbio l’imparzialità nelle scelte urbanistiche.
Ali
Stefania Zivelonghi è commercialista e membro dell’associazione Prospettiva famiglia, anche lei assessora esterna. Ha le deleghe a Sicurezza, Legalità, Trasparenza. Dopo quindici anni tra sceriffismo tosiano e pugno di ferro contro microspaccio e baby-gang con Polato e Padovani (con tanto di siparietti “goliardici” in piazza Bra, sì mi riferisco proprio quello), Verona attende un cambio di rotta nella gestione della sicurezza, uno dei primissimi temi toccati dalla campagna elettorale di Tommasi (Sasso d’Adige n.2 “Di sicuro c'è solo che si parla di sicurezza”).
Jacopo Buffolo è la nomina più inattesa fra quelle degli eletti in consiglio comunale. Secondo per preferenze nella lista Tommasi con 315 (dopo Veronica Atitsogbe), è cresciuto politicamente nella rappresentanza studentesca – Rete degli studenti medi e Udu – e negli ultimi mesi si era fatto notare in città con l’associazione Yanez. È il più giovane assessore della storia di Verona, spegnerà 27 candeline a ottobre. Ha le deleghe a Politiche giovanili e di partecipazione, Pari opportunità, Innovazione.
Secondo i consiglieri di minoranza già citati (Padovani, Zavarise e Russo), «nonostante la sua giovane età, e la sua apparente provenienza civica, si ispira alla storia del defunto Pci».
Nelle sue storie Instagram, inoltre, il noto imprenditore Andrea Dusi ha criticato la scelta di Tommasi («mi sono cascate le braccia») di affidare a Buffolo la delega all’innovazione («ha un cv non adeguato alle sfide che ci attendono»).
Ringrazio il lettore di Sasso d’Adige che mi ha segnalato le parole di Dusi.
Attacco
Marta Ugolini è l’ultima assessora esterna di questo elenco, professore ordinario dell’Università di Verona, ha le deleghe a Cultura, Turismo e Rapporti con l'Unesco. Considerando che il suo campo di studio e docenza è il marketing turistico e culturale, direi che si tratta della nomina più inattaccabile. Per questo, nella squadra della giunta di una città come Verona, non può che essere in attacco.
Tommaso Ferrari, già consigliere comunale con Traguardi, è stato il secondo più votato quest’anno, 1410 preferenze. Ingegnere ambientale, ha le deleghe a Transizione ecologica, Ambiente, Mobilità, Rapporti con il Consiglio. Nell’estate in cui la consapevolezza dell’emergenza climatica sembra finalmente sdoganata, l’ho messo punta centrale della squadra, perché deve per forza fare gol.
Federico Benini è il recordman delle preferenze, 1497. Già capogruppo in consiglio con il Pd, se posso fare un paragone blasfemo, per via di approccio e amore per la politica, è “il Tosi del centrosinistra”. Di lavoro fa il sondaggista. Sono ben noti i suoi video dei sopralluoghi nelle case popolari, l’attivismo nell’occuparsi dei piccoli problemi pratici di strade e arredo urbano. E infatti ha ricevuto le deleghe a Decentramento, Edilizia popolare, Servizi demografici e statistica, Strade e giardini, Arredo urbano. Unica domanda: ora che è assessore, continuerà a fare le sue celebri vignette? Speriamo di sì.
In Rotta
Fino a un certo punto sembrava che in pole position per la carica di vicesindaca di Tommasi (era annunciato che dovesse essere donna) ci fosse Alessia Rotta, deputata del Pd ed eletta consigliera. Poi – dicono i retroscena e le ricostruzioni – Tommasi le avrebbe chiesto di dimettersi da deputata (ehm, come cambiano in fretta le cose…) per potersi dedicare al 100% a Verona.
Lei non era d’accordo e la poltrona da vicesindaca è finita a un’assessora esterna. Per questo pare ci siano stati diversi malumori nel Partito Democratico, che già in passato aveva malcelato l’insofferenza per la propensione “civistica” di Tommasi.
Sembra che il sindaco sia allergico – gli viene proprio un’orticaria – alle bandiere dei partiti.

Col senno di poi, in questa fondamentale prima settimana della giunta, Tommasi si sarebbe ritrovato con una vicesindaca presa dalla crisi di Governo. Rotta ha detto che sarà «raccordo tra Parlamento e città». Poi è arrivato lo scioglimento delle Camere, quindi sarà da vedere se verrà rieletta.
Intanto i vertici locali del Pd gettano acqua sul fuoco: «Molto semplicemente, crediamo che all’interno di una coalizione il criterio di valutazione delle scelte debbano essere i risultati e i benefici che esse portano alla città in primo luogo, ma anche alla coalizione stessa che è stata chiamata a guidarla. Ciò vale per noi, che siamo il principale partito della coalizione, e vale per i civici con cui il Sindaco ha voluto fortemente caratterizzare la sua giunta. Siamo certi che il rispetto degli equilibri interni alla colazione non mira a penalizzare il PD».
«Siamo il principale partito della coalizione» ce lo buttano sempre dentro, però, eh.
Tosi cheffà cheddice?
Risposta breve: si prepara a essere candidato, votato ed eletto in Parlamento con Forza Italia.
Risposta lunga: il suo post su Fb dove ringrazia Draghi, il quale però «ha commesso un grosso errore di ingenuità: pensare di potere andare avanti come prima, come se nulla fosse accaduto quando i 5 Stelle hanno strappato sul dl Aiuti».
E poi: «Non puoi pretendere che dei Ministri corretti e leali, siedano allo stesso tavolo con i grillini».
Flavio, ma sono gli stessi ministri che hanno mollato Forza Italia?
Chiedo per un amico.
(L’amico si chiama Renato).
C’è un problema con le nomine veronesi dell’A22
Se seguite la pagina Instagram di @sassodadige sapete già tutto, ma lo rivediamo in breve e aggiungiamo un nuovo punto di vista.
Nel Consiglio di amministrazione di Autostrada del Brennero Spa ci sono due posti per il territorio veronese, compreso il ruolo di vicepresidente. Fra i soci ci sono il Comune e la Provincia di Verona, con circa il 5,5% a testa, e la Camera di Commercio di Verona con l’1,69% circa.
Fino a oggi nel Cda c’erano Barbara Guadagnini, afferente al movimento civico Verona Domani, indicata dall’ex maggioranza sboariniana del Comune di Verona, e Manuel Scalzotto, presidente della Provincia, anche vicepresidente di Autobrennero.
All’Assemblea dei soci di martedì, il territorio veronese si è presentato con tre nomi per due posti: Damiano Tommasi per il Comune, il leghista Alessandro Montagnoli per la Provincia, il presidente Giuseppe Riello per la Camera di Commercio.
Tommasi sappiamo chi è.
Montagnoli è quel Montagnoli, quello che due anni fa non venne ricandidato in consiglio regionale per “punizione” dopo aver chiesto il bonus Inps.
Riello si era fatto notare in campagna elettorale, quando venne invitato come presidente della Camera di Commercio al confronto “finale” di TeleArena/L’Arena, con domande molto dure per Tommasi e molto morbide per Sboarina.
Un altro punto di vista
La situazione la trovate spiegata meglio nel video, oppure in forma testuale qui, ma aggiungo il punto di vista del deputato del Pd Gianni Dal Moro. Secondo lui non è tanto la Camera di Commercio ad aver fatto “il terzo incomodo”, ma la Lega ad aver fatto uno scatto in avanti.
Dice Dal Moro: «Era normale che i tre soci si incontrassero dopo la tornata elettorale e definissero assieme i due nomi (uomo e donna) dimostrando che Verona al di là delle appartenenze politiche sa fare squadra. Invece, cosa è successo? Come avvenuto per la Fiera di Verona, la Provincia di Verona (la Lega), invece di aspettare l’elezione del nuovo Sindaco, ha presentato da sola il proprio nome ai soci indicando l’ex consigliere regionale della Lega Alessandro Montagnoli. Uno strappo, direi uno sgarbo, nei confronti degli altri due soci Comune e Cciaa».
Continua Dal Moro: «A questo punto la scelta di Cciaa e Comune di Verona, che si sono mossi in totale sintonia e d’intesa tra di loro, come risulta dai lavori dell’assemblea che si sono svolti a Trento, hanno presentato anche loro i due nomi nelle persone dei due apicali Sindaco e Presidente della Camera di Commercio, e poi hanno accolto la proposta degli altri soci di eleggere comunque il nuovo cda e i vertici dell’autostrada e riservare i due posti in cda e la vicepresidenza a Verona appena i soci veronesi avessero raggiunto l’intesa».
Bonus
Nelle storie Instagram ci sarà un indovinello: perché nella squadra della Giunta Buffolo ha il numero di maglia 21? Chi indovina vince una menzione d’onore (qualsiasi cosa voglia dire).
Random
Un video del deputato, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia ed ex presidente del Consiglio comunale di Verona che fa Tai Chi. Lo ha pubblicato lui su Instagram.
Saluti
Ci sentiamo sabato prossimo. Critiche e suggerimenti su questa newsletter sono sempre ben accetti. Qui per Instagram. Qui per Spotify.