Verona e la maledizione di Romeo e Giulietta
Perché nell'ultimo disco dei Muse c'è una canzone intitolata "Verona" che parla di pandemia e morte? Ma soprattutto perché il vigile di "Love in the villa" ha l'accento di Pennacchi?
La storia di Romeo e Giulietta è allo stesso tempo una grande fortuna e una maledizione per Verona.
Perché sia una fortuna è evidente: grazie alla notorietà di William Shakespeare e della sua opera, la città ha potuto beneficiare di una dose booster di celebrità.
Certo, si potrebbe sfruttare un po’ meglio la “Casa di Giulietta” – visto che da anni si discute della sua riorganizzazione (e del caos in via Cappello) –, ma non lamentiamoci troppo.

La maledizione è quella che vedeva anche Romeo: «Non esiste mondo oltre le mura di Verona; fuori c’è solo il purgatorio, il tormento, l’inferno».
C’è il rischio che la città soccomba a questo stereotipo. Che pensi di bastare a sé stessa, che il mito si autoalimenti all’infinito o di poter vivere del turismo mordi-e-fuggi in centro storico.
Inizia così la seconda stagione di Sasso d’Adige, con questa allerta contro stereotipi e chiusure. Poi la smetto con i pipponi, dal prossimo numero solo delibere e mozioni.
A proposito di Shakespeare
È uscito il primo settembre “Love in the villa”, film di Netflix ambientato a Verona. Guardando il trailer, a parte i classici stereotipi sull’italiano medio secondo gli americani, la prima cosa che mi sono chiesto è stata: perché il vigile ha l’accento di Andrea Pennacchi?
Poi mi sono anche chiesto perché mai entrino in auto nel cortile della casa di Giulietta, ma vabbè. Almeno la divisa della Polizia locale mi sembra autentica.
La scorsa settimana è anche uscito il nuovo disco dei Muse, “Will of the people”. C’è una canzone intitolata “Verona”, che attraverso la tragedia di Romeo e Giulietta parla di pandemia e morte e dalla distanza imposta dal virus. Solo cose belle.
Sansone: La mia lama è fuori: su, litiga; io ti starò alle spalle.
Gregorio: E come? Voltando le spalle e fuggendo?Romeo e Giulietta. Atto I, scena I
(William Shakespeare mentre descrive certe dinamiche della campagna elettorale)
Partiamo dalle nomine
Entriamo nei temi amministrativi degli ultimi giorni con alcune nomine.
Dopo le Politiche comunitarie e la Tutela animali ai consiglieri Cona e Rea, il sindaco Tommasi ha assegnato un’altra delega esterna alla giunta. Si tratta delle Pari opportunità a Beatrice Verzè, consigliera comunale di Traguardi.
Come preannunciato sulla stampa, l’avvocato Giuseppe Perini è stato nominato Capo di Gabinetto del Comune di Verona. Un incarico di carattere fiduciario, cruciale per l’amministrazione. È una sorta di braccio destro del sindaco. Già bersagliato da parte dell’opposizione ben prima di entrare ufficialmente in carica.
Come direttore generale invece è stato scelto Giuseppe Baratta, in servizio al Comune di Verona dal 1985.
Benvolio: Io cerco di mettere pace; riponi la spada, o aiutami con essa a separare costoro.
Tebaldo: Come? Con la spada in pugno parli di pace? Odio questa parola come l’inferno: e così te e tutti i Montecchi!Romeo e Giulietta. Atto I, scena I
(William Shakespeare mentre descrive certe dinamiche della guerra in Ucraina)
Si discute di un sottopasso
Lunedì 29 agosto è stato convocato un consiglio comunale straordinario per esprimere il parere del Comune sul progetto definitivo per l’ingresso Est dell’alta velocità.
Un passaggio formale, con approvazione andata liscia. Si è però accesa una discussione sul sottopasso ferroviario fra via Albere e stradone Santa Lucia.
Di cosa si tratta
L’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Nuova, in dismissione, dovrà diventare il “Central park” di Verona. È stata una delle bandiere di Sboarina.
Il progetto è naturalmente legato alla riorganizzazione del traffico ferroviario prevista da Rfi, con la posa dei binari dell’alta velocità, il nuovo accesso alla stazione da sud (appunto dal lato del futuro Central park) e varie altre modifiche alle infrastrutture ferroviarie.
Come compensazione di tutto ciò, Rfi è tenuta da destinare quasi 15 milioni di euro al Comune di Verona, che l’amministrazione Sboarina aveva deciso di puntare tutti su un sottopasso fra stradone Santa Lucia e via delle Coste-via Albere.
La vicesindaca e le bombe
La vicesindaca Barbara Bissoli, durante la sua relazione in aula, ha spiegato che l’amministrazione si prende sei mesi di tempo per valutare se proseguire sulla strada del sottopasso o se chiedere altro a Rfi come opere compensative.
La decisione della giunta è stata criticata dall’ex maggioranza, mentre i gruppi afferenti a Tosi l’hanno ritenuta legittima.
Bisogna anche considerare che i 15 milioni (scarsi) sul piatto non sono sufficienti per costruire il sottopassaggio.
La vicesindaca ha ricordato che «nel 2020 Rfi ha chiesto alla precedente Amministrazione una verifica di fattibilità, studio che non è mai stato assegnato» e ha pure definito l’iter per il Central park «a uno stadio embrionale». Diciamo che non ci è andata proprio leggerissima con la precedente amministrazione.
A mettere altro pepe ci ha pensato la consigliera Paola Poli, del gruppo Tommasi: «Sono contraria al sottopasso perché poi andrebbe a impattare sul traffico in via Golosine e nelle vie laterali», ha dichiarato in aula, dando così fiato alle polemiche dell’opposizione, che nella decisione del Comune vedeva una presa di posizione contraria al sottopasso.
D’altro canto, meno di dodici mesi fa, Michele Bertucco, oggi assessore al Bilancio, definiva il sottopasso «demenziale».

Poli durante il suo intervento ha poi corretto il tiro, dicendo: «Non sono contraria al sottopasso come idea, ma a quel tipo di sottopasso in quella zona».
La consigliera ha sollevato infatti un ulteriore dubbio sui ritrovamenti bellici che potrebbero rallentare i lavori, mentre ha lanciato l’idea del prolungamento di un esistente sottopasso di servizio (che si trova più vicino all’incrocio di via Mantovane, ma la cui fattibilità e utilità è altrettanto tutta da verificare).
In ogni caso, visto che le opposizioni hanno colto al balzo la palla lanciata dalla consigliera Poli, apparentemente in dissonanza con la giunta, la capogruppo del gruppo Tommasi Annamaria Molino ha sottolineato che l’intervento di Poli non era stato concordato.
La minoranza, e in particolare Daniele Polato di FdI, in tutto questo ovviamente ci ha sguazzato.
Il film (non di Netflix) della seduta
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Principe: Se ancora una volta oserete turbare la nostra città, pagherete con la vita la vostra colpa.
Romeo e Giulietta. Atto I, scena I